CASERTA – Ritorna al Teatro Civico 14 di Caserta la Compagnia Teatri Uniti con un’anteprima nazionale su testi di Giorgio Caproni, una delle più originali voci poetiche del nostro Novecento, padre di un lieve melodismo della parola di elevata saggezza musicale. Sabato 3 novembre [ore 21.00] e domenica 4 novembre 2012 [ore 19,00] andrà in scena lo spettacolo CAPRONI! – Invenzione a due voci, tratto dal poema-melodramma Il Conte di Kevenhüller che Caproni compose nel 1986 definendolo un’«Operetta a brani […] finita e infinita».
Concepito come una partitura musicale, caratterizzato da liriche e frammenti di celeste delicatezza, il testo del poeta toscano diviene “invenzione a due voci” teatrale, una fusione tra poesia e musica, all’interno dei confini scenici, che passa attraverso la direzione e l’interpretazione di Andrea Renzi, tra i più autorevoli attori e registi contemporanei, e la performance di Federico Odling, compositore e virtuoso musicista italiano.
La pièce, che si avvale della collaborazione di Daghi Rondanini per il suono e Ortensia De Francesco per i costumi, celebra i cento anni dalla nascita di un poeta che ha scritto pagine uniche, al confine dei generi espressivi, del nostro recente panorama letterario nazionale.
“Il viaggio intrapreso all’interno dell’opera di Caproni è un’escursione ad alta quota, l’aria è buona, fina e talvolta è bene sedersi a contemplare il paesaggio. Ben oltre l’occasione del centenario della nascita e il doveroso omaggio ad una delle voci più alte della letteratura italiana contemporanea, ogni giorno di lavoro dedicato alla sua poesia è un’esperienza di crescita.Fin dalla nostra prima collaborazione teatrale, per Santa Maria D’America nel 2004, con Federico Odling abbiamo ipotizzato una messinscena del poemetto Il Conte di Kevenhüller del 1986, un denso testo della maturità dove un cacciatore insegue un’allegorica Bestia Feroce e ingaggia un corpo a corpo con il male assoluto. Caproni gioca nella composizione a disporre l’azione del protagonista tra le pieghe di un libretto musicale e abbiamo raccolto questa sua scelta come un’istigazione al teatro.
Ma Il Conte è solo una vetta di una più vasta catena montuosa ed è stato naturale prolungare l’esplorazione ai Versi livornesi dedicati alla madre, al famoso Congedo, ai sorprendenti e anarchici Controversicoli caproniani, alle nitide prose.
Abbiamo incontrato, distribuite in tutto l’arco della sua opera, numerose parole estratte dal lessico musicale: orchestra, concerto, cabaletta, partitura, cadenzai. E’ uno dei segnali che ha catturato la nostra attenzione. L’amore mai sopito per la musica che il giovane violinista Caproni, una volta abbandonati gli studi compositivi, ha riversato nella scrittura, la sua dichiarazione di poetica sintetizzata nel “far musica nuova senza abbandonare il linguaggio tonale”, la limpida cantabilità ma al confine del nulla, come scrive di lui Calvino, hanno fatto da guida alla nostra sensibilità e ci hanno spinto ad attraversare la sua opera in forma di concerto.
Nel territorio spurio e di confine del teatro, in una invenzione a due voci, in una suite con personaggi, mettiamo in gioco la nostra natura di interpreti, convinti che Poesia e Musica possano costituire la risposta meno provvisoria all’imbarbarimento da consumo”. (Andrea Renzi)