Emergono nuovi dettagli sulla vicenda della giovane Giulia Tramontano, al settimo mese di gravidanza uccisa a coltellate dal compagno, dal compagno Alessandro Impagnatiello la notte di sabato. Gli inquirenti hanno ascoltato le persone vicine alla coppia e i familiari della vittima. Tra le persone sentite anche la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. La giovane che aveva scoperto la doppia vita del barman, sabato della scorsa settimana, poco prima dell’omicidio, aveva dato appuntamento a Giulia per parlare, “perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo”. “Lui insisteva perché lo facessi entrare” a casa, “ma io non ho voluto perché avevo paura (…) non sapevo che fine aveva fatto Giulia e di che cosa fosse capace”. Lo ha messo a verbale lo scorso 31 maggio la ragazza con cui Alessandro Impagnatiello, in cella per aver ucciso Giulia Tramontano. Sabato della scorsa settimana, dopo aver accoltellato Giulia, “Alessandro ha iniziato a chiedermi di vederci. (..) Le sue richieste erano talmente pressanti – ha aggiunto – che mi ha accompagnato un collega a casa poiché anche loro erano preoccupati”. Giulia “mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute. Non sapeva se si fosse recata a Napoli dai suoi genitori ma sicuramente non voleva più vedere Alessandro. Sarebbe comunque tornata a Senago, dopo il nostro incontro, per parlare” con lui e “per lasciarlo”. Con Giulia “abbiamo chiacchierato tranquillamente. Siamo state insieme un’ora circa, dopo di che lei è andata via. Il nostro incontro è stato veramente cordiale, tant’è che appena ci siamo viste ci siamo abbracciate per solidarietà femminile”. La giovane, che aveva scoperto la doppia vita del barman, sabato della scorsa settimana, poco prima dell’omicidio, aveva dato appuntamento a Giulia per parlare, “perché eravamo entrambe vittime di un bugiardo”. “Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi?”. Il 25 maggio scorso Alessandro Impagnatiello scrive risentito a Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta di sette mesi, che ha ucciso due giorni dopo, e di cui ha fatto credere a tutti la scomparsa anche inviandole messaggi sul cellulare. L’ultimo in cui la supplica di tornare è del 31 maggio, poche ore prima de suo arresto: “Tata, batti un colpo”. A giorni nella parrocchia di Senago sarebbero cominciati gli incontri in vista del cammino verso il sacramento del battesimo con i futuri genitori e tra questi erano attesi anche Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello, il compagno ora in carcere per averla uccisa. Lo ha raccontato dopo la messa in cui ha tenuto l’omelia il diacono Francesco Buono che per la parrocchia di Senago celebra anche i battesimi. “Avrei dovuto incontrare Giulia a breve per introdurli in questo percorso, la tragedia quindi mi ha colpito in modo ancora più drammatico – ha detto – penso alla gioia con cui avrei battezzato quel bambino e ho tanto desiderato di poterlo fare nei giorni in cui Giulia era sparita e tutti speravamo di ritrovarla viva”. Parlare di perdono è troppo prematuro in questo momento. Il perdono è un cammino che richiede tempo, penso che se ne parlerà molto al di là nel tempo”: lo ha detto il parroco di Senago don Sergio Grimoldi parlando con i giornalisti dopo la messa durante la quale nella preghiera dei fedeli è stato dedicato un ricordo a Giulia Tramontano. Giulia sapeva di esser stata tradita “già a gennaio”: per questo “voleva cambiare casa” e aveva anche pensato di abortire. Mentre le indagini sull’omicidio vanno avanti per capire se l’omicida sia stato aiutato o meno a nascondere il cadavere e per cercare di dimostrare la premeditazione, al momento esclusa dal giudice per le indagini preliminari, dalle testimonianze emergono nuovi particolari sulla vicenda e su una relazione dall’inizio difficile. A raccontarlo a inquirenti e investigatori è stata Chiara, la sorella di Giulia. Sentita lunedì scorso, dopo che il barman, ora in carcere in una cella per i detenuti cosiddetti a rischio aveva denunciato la scomparsa della compagna invece uccisa. “Da quando Giulia ha iniziato la convivenza con Alessandro, – ha messo a verbale Chiara – ovvero nel febbraio 2021, mia sorella mi ha sempre confidato che c’erano delle problematiche sentimentali con il compagno, perché spesso era assente per lavoro e lei rimaneva a casa da sola”. Non solo: lui, già a gennaio, le aveva detto “di avere un’altra relazione sentimentale”, situazione per cui Giulia “stava pensando di abortire in quanto era incinta”. Cosa che poi non fece. E anche anche se “non avrebbe perdonato Alessandro” in attesa di trovare una nuova sistemazione o tornare a vivere con i genitori “sarebbe tornata a Senago” nella casa in cui vivevano e dove è stata accoltellata e il corpo, prima di essere gettato tra le sterpaglie non molto lontano dall’appartamento, bruciato.

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