Blitz della Dia e dei carabinieri di Salerno contro il clan Fezza-Petrosino D’Auria che, secondo gli inquirenti, imponeva il proprio controllo su diverse attività produttive e di erogazione di pubblico servizio nell’agro paganese. Complessivamente sono stati eseguiti otto provvedimenti cautelari nei confronti di altrettante persone (due in carcere, tre ai domiciliari e tre con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, residenti a Pagani, San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno, nel Salernitano).53, invece, gli indagati. Gli otto destinatari delle misure cautelari sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno nella stessa anche finalizzato allo scambio elettorale politico-mafioso, concorrenza illecita mediante minacce e violenze, estorsione pluriaggravata e riciclaggio aggravato mediante reimpiego in attività economiche dei proventi delittuosi.Secondo gli inquirenti il clan “Fezza-D’Auria Petrosino” – con i fratelli D’Auria Petrosino Antonio e Michele, e con la complicità di imprenditori già operanti nel settore e destinatari del provvedimento cautelare – è riuscito a imporre la propria egemonia nel settore dei trasporti su strada e nella trasformazione e vendita di prodotti ortofrutticoli eliminando qualsiasi forma di concorrenza mediante intimidazioni e gravi minacce e ottenendo, così, un vero e proprio monopolio. Sono stati rilevati rapporti tra i presunti affiliati al clan e imprese di trasporto legate al clan dei Casalesi operanti nel mercati ortofrutticolo di Fondi (Latina). Le vittime, intimorite, non denunciavano per paura di ulteriori ritorsioni. Emersi anche legami con esponenti della politica locale; l’assunzione di familiari affiliati detenuti all’interno delle società controllate nonché presso il Consorzio di Bacino Salerno 1 grazie alla presenza, in qualità di dirigente, di Michele Petrosino D’Auria. E’ stato appurato che quest’ultimo è riuscito addirittura ad ottenere la sostituzione di alcuni dipendenti a lui non graditi e che due dipendenti del Consorzio per non aver aderito alle sue direttive furono picchiati selvaggiamente. Nel corso delle indagini è emerso anche l’affidamento del cottimo fiduciario per la gestione dei parcheggi a pagamento di Pagani a società controllate dal clan: è stato evidenziato che il servizio era appaltato alla società “Agency Service”, poi acquisita dalla “New Service Società Cooperativa Sociale” il cui amministratore unico risulta essere Maria Califano, moglie di Michele Petrosino D’Auria. Affiliati del clan esercitavano anche pressione su alcuni membri dell’associazione “QuiPaganiLibera” che con la loro opera mettevano in risalto i legami tra il sodalizio camorristico e l’amministrazione comunale di Pagani all’epoca guidata dal sindaco Alberico Gambino.