La ‘Tavola Lucana’, il dipinto che raffigura il volto di un uomo con barba e cappello, rinvenuta dallo studioso Nicola Barbatelli in una collezione privata a Salerno nel 2009, potrebbe essere un autoritratto di Leonardo e non un’opera di mano anonima.

E, soprattutto, potrebbe essere stata realizzata dal maestro di Vinci a Milano nel 1508. Questo secondo lo studio condotto da un team di ricercatori composto, tra gli altri, da Giovanni Paternoster, docente di Fisica applicata ai beni culturali presso l’Universita’ degli Studi di Napoli Federico II, e da Giancarlo Napoli docente di tecnica pittorica e restauro nell’ateneo partenopeo, che, dopo tre anni di ricerche, e’ giunto a datare il quadro individuando la citta’ in cui e’ stato realizzato. Le analisi sono state illustrate nella Sala del Carroccio del Campidoglio a Roma tra gli altri da Nicola Barbatelli, direttore del Museo delle Antiche Genti di Lucania, da Giandomenico Glinni, presidente dell’Accademia del Rinascimento, da Alessandro Vannini, presidente della Commissione Turismo e Moda di Roma Capitale, da Angelo Miele, consigliere della Regione Lazio, da Egidio Calvano, sindaco di Valmontone e da Maria Stella Termini, assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Valmontone. Le indagini, secondo Barbatelli, hanno dimostrato che la presenza di “Bindheimite, minerale di origine giacitura, presente proprio nel dipinto lucano, e rintracciato in Italia solo in Sardegna e in alcune zone della Lombardia, consente di rivedere la possibilita’ che questa opera sia stata realizzata proprio a Milano quando, nel suo secondo soggiorno lombardo nel 1508, il maestro risulta impegnato nella realizzazione di due Madonne e un ritratto. Questa segnalazione, ancora poco approfondita dalla critica, che invece riteneva di riconoscervi un ritratto del Trivulzio, consente di poter equilibrare anche i tratti dell’effigiato”. Il quadro sara’ esposto a Valmontone da venerdi’ al 20 settembre nel Palazzo Doria Pamphilj. Da qui la tela rientrera’ nel Museo delle Antiche Genti di Lucania a Vaglio Basilicata, in provincia di Potenza, dove e’ custodita.

 

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