”Ieri sera un detenuto trentaquattrene di origine marocchina, W. S. arrestato lo scorso luglio, in attesa di primo giudizio per reati connessi allo spaccio di stupefacenti, allocato al 3° piano giudiziario del carcere bolognese della Dozza e’ stato rinvenuto cadavere nella sua cella, che condivideva con un’altra persona”.

E’ quanto afferma Eugenio Sarno, segretario generale Uil Penitenziari, spiegando che ”le cause del decesso sono in corso di accertamento, anche se pare che il detenuto negli attimi prima della morte avesse sniffato gas dalla bomboletta in dotazione per il fornellino da campo che aveva in cella”. ”Il personale di polizia penitenziaria e il personale sanitario -racconta Sarno- allertati dal compagno di detenzione, pur essendo intervenuti con immediatezza, non hanno potuto nulla per salvare la vita allo sventurato. Purtroppo questa ennesima tragedia non solo allunga la lista delle morti in carcere quanto ripropone quella prepotente urgenza di soluzioni piu’ volte richiamata a gran voce, e con autorevolezza, dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano”. ”Proprio la Dozza -rimarca Sarno- con i circa 1.100 detenuti presenti in luogo dei 480 che potrebbe ospitare, e’ uno dei luoghi emblematici del sovraffollamento penitenziario. Lo stato di fatiscenza strutturale e il pericolo costante rappresentato da alcuni luoghi di lavoro e’ stato piu’ volte denunciato dalla Uil Penitenziari, ma dalla stessa amministrazione comunale”.

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