Ormai Raffaele Vitale è ai minimi termini. A poche ore dall’assemblea provinciale del Pd casertano ha fatto un viaggio della speranza a Roma per chiedere a Lorenzo Guerini di salvarlo. Ma per come si sono messe le cose più che nella Capitale si sarebbe dovuto recare a Lourdes, sperando in un miracolo. È chiaro a tutti (escluso lui) che a prescindere dall’esito della resa dei conti del 10 gennaio il partito è come un negozio di cristalli in cui è entrato un elefante. Ma il segretario facente finzione, spinto dalla cordata che lo sostiene, non se ne rende conto. E oggi ha preso il treno per Roma in compagnia di Marco Villano. Ad attenderlo la deputata Camilla Sgambato. Stefano Graziano non era a Roma essendo rimasto bloccato alla stazione di Aversa perché il treno ha fatto registrare un enorme ritardo. Dopo aver fatto il punto della situazione sulla guerra tra le componenti dei dem casertani, Vitale ha chiesto a Guerini un intervento dall’alto per evitare la conta e scongiurare il rischio di essere fatto fuori dall’assemblea. Sul tavolo ha posto la questione Asi, ma in modo retroattivo. Ha segnalato al braccio destro di Renzi gli sperperi delle passate gestioni, caratterizzati da incarichi a iosa e dalla totale assenza di una visione strategica sullo sviluppo industriale di Terra di Lavoro. E ha messo in evidenza che l’accordo sui nuovi vertici del Consorzio va proprio nella direzione opposta. Del resto anche ieri sera (7 gennaio) al Jolly Hotel, Vitale e i suoi supporter hanno rivendicato le scelte sull’Asi con l’ennesima e cervellotica  piroetta dopo l’approvazione della mozione Capacchione contro l’intesa-inciucio con Fi e Ncd. Era presente anche Biagio Lusini, nei confronti del quale c’è il veto granitico della senatrice. Guerini ha raccolto le indicazioni fornite dal facente finzione, ma ovviamente non ha assunto alcun impegno a intervenire a gamba tesa per sciogliere la matassa del Pd casertano. Il vicesegretario nazionale avrebbe però garantito di fare un “passaggio” affinché i dissidenti consegnino ad Assunta Tartaglione le firme apposte sotto la mozione di sfiducia. Intanto in attesa dell’assemblea di sabato ci potrebbero essere clamorosi sviluppi. E nessuna ipotesi, anche quella più clamorosa, è da escludere. Prima della resa dei conti potrebbe scattare il commissariamento. Oppure a sorpresa Vitale potrebbe mollare l’osso (soluzione meno probabile). In alternativa si andrà al muro contro muro in assemblea. E lì ci sarà un bagno di sangue. Con l’unica certezza che alla fine non ci saranno vincitori o vinti. Comunque andrà perderanno tutti. Perderà il Pd.

Mario De Michele

 

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