CASAGIOVE – “Non è cosa rara, purtroppo, vedere a Casagiove esposizioni di frutta e verdura al di fuori dei locali adibiti alla vendita, sui marciapiedi o sulla pubblica strada, e, quindi, esposte all’ inquinamento dovuto al traffico veicolare ed alla polvere”.

A dichiararlo è la professoressa Annasilvia D’Amelio, Vice Segretaria Cittadina del PD. “Immagino” – ha aggiunto – “che l’Ufficio d’Igiene della Asl consenta la vendita per tutti i generi alimentari, purché ne siano garantite la corretta conservazione e la protezione da contaminazioni esterne; pertanto mi chiedo se questo parere sia stato espresso ed in quali termini, se i prodotti esposti all’esterno, sulla pubblica via, spesso non dotata di marciapiedi e piuttosto angusta nel centro storico, siano adeguatamente protetti dall’inquinamento dovuto al traffico, agli scarichi dei motori, alla contaminazione da parte di insetti e tenuti al riparo dall’influenza degli agenti atmosferici, dal contatto col pubblico. Mi chiedo” – ha proseguito l’esponente democratica – “se non sarebbe opportuno vietare la vendita di prodotti ortofrutticoli lungo le strade di intenso traffico urbano ed extraurbano, e che la vendita e l’esposizione all’aperto, previo parere del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda ASL, sia consentita solo se i prodotti siano adeguatamente protetti. E mi domando anche se: ”il Comune di Casagiove si sia dotato di un regolamento d’igiene?”. La qualità della vita dei cittadini casagiovesi” – ha concluso la professoressa D’Amelio – “dovrebbe essere protetta da amministratori accorti e diligenti che abbiano a cuore la salute pubblica; un’adeguata e capillare informazione dovrebbe essere perseguita per far sì che il conseguimento del bene comune sia ricercato concordemente da tutte le componenti sociali. I proventi conseguiti, in virtù dell’occupazione di suolo pubblico da parte dei venditori, se c’è, non è un vantaggio per le casse comunali se la salute, bene inalienabile, è messa a rischio da comportamenti disattenti o, addirittura, lesivi”.

 

Nunzio De Pinto

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