La guardia di finanza sta notificando gli avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sull’uso dei fondi pubblici da parte dei gruppi politici della Regione Piemonte. I consiglieri indagati, secondo quanto si apprende, sarebbero 52 su 60. Peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa le accuse ipotizzate a vario titolo.

Indagato anche il presidente Roberto Cota. “Mi sono già recato spontaneamente dai pm per chiarire la mia posizione”, afferma il governatore, che puntualizza: “Non un euro è finito sul mio conto corrente e in questo senso la Procura non ha mosso contestazioni”. Tutti i gruppi politici del Consiglio regionale del Piemonte sarebbero quindi interessati dall’inchiesta della Procura di Torino coordinata dal procuratore aggiunto Andrea Beconi e condotta dai sostituti procuratore Giancarlo Avenati Bassi e Enrica Gabetta. Nei prossimi giorni, sempre secondo quanto si apprende, tutti i consiglieri regionali indagati saranno convocati in Procura per essere ascoltati. Gli accertamenti riguardano i gruppi che all’inizio della legislatura, nel 2010, erano composti da almeno due consiglieri. I cosiddetti mono gruppi erano già stati presi in esame alcuni mesi fa, quando i magistrati eseguirono le prime quattro iscrizioni nel registro degli indagati a carico di Aleonora Artesio (FdS), Andrea Stara (Insieme per Bresso), Michele Giovine (Pensionati per Cota) e Maurizio Lupi (Verdi Verdi). “Vi sono differenze, anche rilevanti, fra le varie posizioni individuali, sia per la causale dei rimborsi, sia per l’ammontare complessivo dei medesimi” afferma il procuratore capo di Torino. “Solo lo sviluppo e la conclusione dell’inchiesta – aggiunge Caselli – potranno consentire una più precisa e completa definizione di tali posizioni”.

 

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